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SENTIERI DELLA MAJELLA: PENNAPIEDIMONTE E PALOMBARO

I sentieri della Majella non sono solo percorsi incantevoli per le gambe e per gli occhi, ma anche per lo spirito. In questo articolo percorriamo due tra i miei sentieri preferiti.

La Majella affonda le sue origini nel mito: arrivata dalla Frigia, Maja giunge in Abruzzo in cerca di erbe miracolose per salvare il figlio Ermes, gigante messaggero dell’Olimpo. La montagna però è coperta di neve ed il suo tentativo si rivela vano. Ermes muore, formando “il gigante che dorme” ovvero il massiccio del Gran Sasso. Maja muore di disperazione mentre vaga sui sentieri della Majella. Il monte ne assume i dolci lineamenti e divenendo “la bella addormentata”, madre d’Abruzzo, come ricorda una scritta a Guardiagrele: “La Maiella Madre che vi guarda e vi benedice in eterno”.
Non siete già affascinati da questi luoghi? 

Percorsi escursionistici

Partendo dalla costa ed attraversando caratteristici borghi, si possono raggiungere numerosi sentieri: una bella opportunità per vivere l’atmosfera dei piccoli villaggi di montagna che sembrano aggrapparsi alle loro cime.

I sentieri della Majella sono numerosi (ben 700 km), belli in ogni stagione, e per ogni grado di esperienza.

La maggior parte di essi è consultabile sul sito del Parco Nazionale della Majella. La Majella è uno dei tre principali parchi nazionali in Abruzzo. Complessivamente 1/3 dell’Abruzzo è area naturale protetta. 

Pennapiedimonte ed il Sentiero di Selvaromana

Il villaggio di Pennapiedimonte è un ottimo punto di partenza per passeggiate ed escursioni. Meravigliosamente situato sul pendio del massiccio della Majella, è un’altro dei miei angoli preferiti per guardarmi attorno e scoprire le viste mozzafiato che questa zona offre.
Si può lasciare l’auto in Via Del Cantiere, località Balzolo, nella parte superiore del villaggio, dove si trova anche un piccolo caffè

Questo belvedere offre una vista davvero stupenda della valle della gola in cui s’incontrano le due cime, da solo vale già il viaggio.

Da qui si passa attraverso un piccolo tunnel pedonale che ci porta sul sentiero G2 che costeggia questo lato della montagna, offrendo bellissimi punti panoramici. Siamo sulla carrareccia della valle del Torrente Avella, realizzata fra il 1967 e il 1972  per fare dei lavori all’acquedotto costruito negli anni ’20.

Sul percorso s’incontrano grotte pastorali (che possono offrire riparo in caso di piogge improvvise) e poi una fresca faggeta.
Arrivati alla Madonna delle Sorgenti (circa 6 km, con 250 mt di dislivello), si può procedere su dei ripidi sentieri verso le cascate di Linaro (circa 7 km, con 750 mt di dislivello dal punto di partenza), ed il Vallone delle Tre Grotte, oppure tornare indietro per la stessa strada (per i meno esperti).

Diversi tratti del sentiero non sono protetti dagli alberi, quindi munirsi di cappello, crema solare e acqua, soprattutto in estate.
La parte iniziale di questo percorso è facilmente percorribile dai bambini, anche con un passeggino che tollera ghiaia e breccia. 

Palombaro, Rifugio Martellese e D´Ugni

Un’altra opzione, magari con una carta dei sentieri, è iniziare dall´Area Pic-Nic della Valle di Palombaro, vicino al paese omonimo. Qui si può prendere uno dei magnifici sentieri della Majella, il G4, fino al Rifugio Martellese (2035 m) o volendo anche a Cima Murelle (2596 m).

Dopo una breve piacevole passeggiata si arriva a Colle Strozzi, dove volendo si può fare una piccola pausa nell’area pic-nic (non fornita d’acqua). 

Proseguendo il cammino, si esce dal bosco, quindi non dimenticate il cappello e la crema solare, ed iniziano le bellissime praterie di alta quota fino a Rifugio D’Ugni, nelle cui vicinanze si trova l’unico punto d’acqua di tutto il percorso. 

Da Ugni al Martellese la vista offerta è  straordinaria: montagne, valli, calanchi, fino alle spiagge ed il mare. Nei giorni chiari, persino le Tremiti. 

Da qui si può riscendere al punto di partenza, oppure se si è ben allenati e pratici di montagna, continuare prendendo la ripida salita della Carrozza, tra la Val Forcone e la Valle dell´Inferno, fino a Cima Murelle. Il percorso è interessante anche per osservare la flora (che interessava Maya), e gli insetti che ne prendono il nettare. 

I bambini possono arrivare al rifugio Martellese, se sono un po’ allenati. I più piccoli possono essere portati “a spalla”. Non dimenticate l’acqua, oltre a magari un bel panino con la ventricina.
Ulteriori informazioni su questo percorso si possono trovare qui

I dintorni

Altri sentieri suggestivi sono quelli suggeriti ad Abruzzo.no da Alex Tucci, che la Majella la ama tanto da raggiungerla correndo…dalla spiaggia!
I più allenati, o amanti delle sfide, possono invece salire fino a Monte Amaro, come suggerito in questo articolo

Anni fa, mentre eravamo in zona con degli amici Norvegesi e Svedesi, ci fermammo a mangiare e riposarci presso l’Agriturismo Il Feudo, un posto tranquillo e genuino, di cui conserviamo un bel ricordo. I grandi possono godersi un momento di convivialità mentre i bimbi eventuali sono liberi di muoversi e giocare. 

Questo articolo è dedicato a Vincenzo, un uomo forte e gentile, amante della montagna, di questi sentieri. 

Venusia 
Strasburgo, Dicembre 2019
Foto ©Venusia