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MONTE AMARO. LA SFIDA DELL’ASCESA

Ennio Flaiano, in una sua famosa lettera sull’identità abruzzese, definiva la Majella e il Gran Sasso le due più importanti basiliche d’Abruzzo. Oggi, vi portiamo sul pinnacolo di una delle nostre due basiliche: Monte Amaro, la cima più alta del massiccio della Majella.

Benché sia uno dei percorsi più frequentati dell’Appennino, il sentiero che conduce gli escursionisti sulla vetta del Monte Amaro è tra i più ardui della regione.
La natura carsica del massiccio della Majella, le lunghe salite e l’importante dislivello dei saliscendi sull’ultimo tratto di strada prima di raggiungere l’agognata cima, fanno sì che il percorso che conduce sul Monte Amaro sia classificato dal Parco Nazionale tra quelli riservati agli Escursionisti Esperti. Se siete alle prime armi, vi sconsigliamo dunque di cominciare ad esplorare le cime abruzzesi partendo dal Monte Amaro.
Tuttavia, la prima metà del percorso, fino all’anfiteatro delle Murelle (2430m), è accessibile anche agli escursionisti meno esperti. Inoltre l’itinerario Indro Montanelli, che collega i primi due km di strada dal rifugio Pomilio al Block Haus, sono attrezzati per permettere l’accesso ai disabili e offrono un’ottima panoramica del Parco Nazionale della Majella.
Se invece siete ben disposti a mettervi alla prova, di seguito troverete i dettagli dell’itinerario che dal rifugio Pomilio vi condurrà, di cresta in cresta, sulla cima del Monte Amaro.

Dal rifugio Pomilio a Monte Amaro

L’appuntamento è alle prime luci dell’alba sul parcheggio del rifugio Pomilio (1890 m).
Da qui, parte il percorso segnalato con la lettera P, che permette di raggiungere le cime settentrionali della montagna e che continua fino alla vetta del Monte Amaro.

Il primo tratto di strada, l’itinerario Indro Montanelli, è estremamente semplice e panoramico e collega il rifugio con la prima piccola cima, il cosiddetto Blockhaus (2140m). Il rifugio è chiamato così a causa dei resti di un fortino militare costruito nella seconda metà del XIX secolo per combattere i briganti nascosti sulla Majella.
Se avete il tempo per una piccola deviazione, sul crinale di Monte Cavallo si possono visitare i resti della cosiddetta “Tavola dei briganti”, una serie di tavole in pietra sulle quali pastori e briganti avrebbero inciso le loro testimonianze:

Primo il 60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria”, si legge a proposito dell’Unità nazionale.

Tornati sulla traccia del percorso, si raggiunge il crinale di Monte Cavallo: alla vostra destra si estende la Valle dell’Orfento, mentre sulla sinistra il Vallone delle tre grotte. Il paesaggio è verdeggiante e ricoperto di pino mugo.
Nelle vicinanze si trova l’ultimo punto d’acqua, il fontanino di Acquaviva. Approfittatene, prima di cominciare l’ascesa verso Monte Amaro.

Dal fontanino si sale verso l’anfiteatro delle Murelle e il bivacco Fusco (2430 m). Il paesaggio è già diverso:

le vallate di pino mugo sono oramai alle spalle e la roccia domina il paesaggio.

Non è raro anche nei mesi più caldi incontrare qualche chiazza di neve candida, resto d’inverno.
All’interno dell’anfiteatro, potreste imbattervi in timidi gruppi di camosci, che noncuranti della vostra presenza si aggirano nei dintorni. 

L’anfiteatro delle Murelle segna l’inizio delle difficoltà: dal bivacco Fusco prendiamo il sentiero che sale ripido sulla cima del Monte Focalone (2676 m), dal quale possiamo cominciare a scorgere in lontananza la nostra meta.

Non fatevi ingannare dalla prospettiva: prima di cantar vittoria, bisogna superare i proverbiali “tre portoni”.

Una serie di ripidi saliscendi composti da Cima Pomilio (2656 m), Monte Rotondo (2658 m) e infine un pianoro dal quale parte l’ultima salita per raggiungere la vetta di Monte Amaro, contraddistinta dalla presenza di una croce in metallo e dal bivacco Pelino (2793 m), con la sua caratteristica forma di cupola rossa persa tra le nuvole.

Il paesaggio è così straniante che vi chiederete se non siete atterrati, per qualche strana macchinazione, sul crinale di uno dei crateri della luna. Non abbiate paura e godetevi il panorama: siete ancora sul pianeta Terra, in equilibrio sul pinnacolo di una delle più importanti basiliche d’Abruzzo. 

Francesca con la gentile collaborazione di Luigi Vinciguerra
Tolosa, Luglio 2019
Foto ©Luigi Vinciguerra

MARE AMARO: la cima del Monte Amaro è una delle tappe della sfida Mare Amaro, che Alex Tucci affronterà il 4 agosto 2019. Inizialmente, il progetto prevedeva di raggiungere la vetta del Monte Amaro seguendo il percorso H1 che parte dalle Gole di Fara San Martino. Purtroppo, a causa della chiusura (speriamo temporanea) delle Gole di Fara, Alex ha dovuto cambiare i suoi piani e seguirà in parte il percorso descritto in quest’articolo.

Monte Amaro

Dislivello: 1300m
Tempo di percorrenza (andata):
5 ore
Distanza:
12,750 km circa
Segnaletica:
segnavia bianco e rossi “P”
Difficoltà:
Escursionisti Esperti
Periodo:
fine maggio/inizio settembre
Punti d’acqua:
fontanino della selletta Monte Cavallo
Rifugi sul percorso:
rifugio Pomilio (1890 m); bivacco Fusco (2430m); bivacco Pelino (2793 m)
Consigli:
il sentiero attraversa una zona prettamente carsica e i punti d’acqua scarseggiano o sono inesistenti. Munirsi di una buona scorta d’acqua e di attrezzatura adeguata. Consultare attentamente il meteo prima di intraprendere l’escursione e tener conto dello scioglimento dei ghiacci e delle nevi nei mesi primaverili.