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SCANNO E I GIOIELLI DELL’INVERNO

Qualche giorno dopo la fine delle feste natalizie, piene del sole della costa adriatica che non sembra voler cedere all’inverno, decidiamo di muoverci verso Ovest e di cercare atmosfere più dicembrine nella Valle del Sagittario.

Attraversando le omonime gole, cerco di non sporgere lo sguardo oltre il ciglio malioso e profondo della strada e penso che, a guardarli sulla carta, questi luoghi sembrano quasi una costellazione della via lattea: una lunga valle angusta e tortuosa persa tra alture e foreste, punteggiata da borghi che oggi sono classificati tra i più belli e suggestivi della regione e d’Italia: Villalago, Anversa degli Abruzzi, Castrovalva, ScannoQuest’ultimo, poco oltre il lago di San Domenico se provenite da nord, rimane tra tutti il mio preferito.

Prima di scendere in paese, decidiamo di approfittare del bel tempo con una breve escursione sul “sentiero del cuore”, che parte dalla zona alta di Scanno, nei pressi dell’Hotel Roma. La mattinata è ormai inoltrata e il sole sembra averci accompagnate fino a qui, ma incamminandoci sul sentiero notiamo che il ghiaccio ricopre ancora il terreno, disegnando forme geometriche complesse che scricchiolano sotto i nostri piedi.
Deve fare più freddo di quello che sembra, malgrado l’aria tersa e il cielo pulito. Saliamo fino all’eremo di Sant’Egidio, dal quale abbiamo già una discreta visibilità sulla valle intorno a Scanno, ma proseguiamo sul sentiero fino a raggiungere la nostra meta: un punto panoramico che ci permette di ammirare il lago di Scanno da una particolare prospettiva che gli conferisce una forma di cuore.

 “Scanno pare un paese senza uomini, abitato da sole donne”(1)

Tornate in paese, ci soffermiamo a guardare il panorama dallo scorcio che offre la via dei fotografi, lasciando lo sguardo planare libero sulla parte più antica del paese. Scanno, da questa posizione, sembra quasi un presepe industrioso nell’aria gelida di dicembre, e non vediamo l’ora di esplorarlo perdendoci nell’intrico delle sue viuzze.

Ricco di chiese e di opere d’arte, luogo principe dell’artigianato abruzzese, Scanno incantò dei fotografi del calibro di Henri de Cartier Bressons, Mario Giacomelli e Hilde Lotz-Bauer

Non riusciamo a resistere alla tentazione di riprodurre alcuni dei loro scatti più conosciuti, quando riusciamo a ritrovarne le angolazioni e le atmosfere.

Ai miei occhi però, il fascino di Scanno risiede in gran parte nella sua essenza femminile: come nel resto della Marsica, anche qui la maggior parte delle donne trascorrevano sole tutto l’inverno, mentre gli uomini partivano con gli animali verso le temperature più clementi della Puglia o per lavorare in paesi lontani.
La società scannese si adattò particolarmente bene a questi ritmi, come riconoscendosi nella sua natura matriarcale. D’altra parte, basta guardare le immagini dei grandi fotografi che hanno soggiornato a Scanno per rendersene conto: impreziosite da abiti scuri e gioielli complessi anche nei momenti più semplici della loro quotidianità, le donne di Scanno occupano tutto lo spazio disponibile, rendendo impossibile per lo spettatore la semplice azione di distogliere lo sguardo dai loro movimenti.

“Portava agli orecchi due grevi cerchi d’oro e sul petto la presentosa: una grande stella di filigrana con in mezzo due cuori”(2)

-> … non perdete il resto dell’articolo di Francesca. Potete trovarlo sul sito Abruzzo Turismo, cliccando qui

Francesca
Toulouse, Febbraio 2020
Foto ©Francesca, copertina ©Olivier Jules

(1)Voce fuori campo nel documentario della Rai del 1965 su Frattura, una frazione di Scanno.
(2)G. D’Annunzio, Il Trionfo della morte, 1894