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ITINERARIO LANCIANESE DI FRANCESCA

Prima di intraprendere la lettura dei nostri itinerari, dovete sapere che un lancianese – come avviene nella gran parte delle piccole città e dei piccoli paesi – pur conoscendo a menadito il centro e le contrade circostanti, si perderà di fronte alla pianta della sua città. 

La conoscenza dei luoghi gli viene da un vissuto “orizzontale”, i luoghi e le strade prendono i nomi di avvenimenti, fanno riferimento a negozi o ad abitazioni preesistenti, usurpano il nome della loro funzione, nascondendo una logica che sfugge ai visitatori.

Siate pazienti, Lanciano è una città ricca di Storia e di storie in cui perdersi e i suoi abitanti ne vanno fierissimi. Non perdete quindi l’occasione di chiacchierare con loro, facendovi raccontare i luoghi, il passato e il presente.

Itinerario Lanciano

Il Quartiere Sacca-Civitanova e il suo belvedere

Sacca e Civitanova sono i quartieri che preferisco nel centro storico. Per visitarli, vi consiglio di partire con il vostro itinerario dalle Torri Montanare, una costruzione militare longobarda risalente al X secolo. Da lì, addentratevi nel quartiere lasciandovi alle spalle la chiesa di Santa Giovina. Alla vostra destra, nel palazzo arcivescovile, si trova oggi il museo diocesano della città. Continuando su via Santa Maria Maggiore, raggiungete il sagrato dell’omonima chiesa, tra le più belle della regione.
Proseguite su via Giuseppe Garibaldi fino alle chiese di San Rocco e San Nicola, il limite estremo del quartiere Sacca.
Se ne avete il tempo e l’occasione, entrate nella chiesa di San Nicola per vedere il ciclo degli affreschi della Vera Croce, risalenti al XIV secolo e riscoperti solo negli anni ’90. Per tornare verso le torri montanare, risalite via Giuseppe Garibaldi e prendete uno dei minuscoli passaggi che si aprono alla vostra destra. Vi troverete su uno dei belvederi più lunghi della città, aperto sul profilo della Majella ad ovest, da attraversare all’ora del tramonto, quando la luce rosata dona ancora più fascino alla montagna e agli edifici in mattoni di uno dei quartieri più belli di Lanciano.  

©Olivier Jules

Il teatro, i teatri

“Crede ca tu li si’, ca stu pajese
Pe la mu’seche va pe’ nnumminate:
A ecche appene une nu’ mutive ha ‘ndese,
Mbe’, ti la rifa’ ‘ghi na’ ciuffelate.
E nne sbaie ‘na note chi scia ‘mbese,
Fusse pure nu povere scacchiate,
Che ‘nzaccocce ‘nde manche nu turnese
Pe ‘ndra’ a la picciunare ‘na sirate. (…)”

Da: “Pe’ la sirata d’unore di lu basse”, Raffaele Mariani su I 3 Abruzzi n°36, 1897

Uno dei motivi di vanto della città è senz’altro la sua tradizione teatrale, odierna e passata, legata all’edificio del teatro Fenaroli. Situato sulla strada de’Frentani in prossimità della piazza Plebiscito e del comune, il teatro ha oggi una produzione ricchissima, che spazia dalla prosa, all’opera, al teatro dialettale.

Mi piace nominarlo tra i miei luoghi preferiti per questo itinerario, perché è su questo palco che quasi ogni lancianese, ancora prima di sedere in platea o nei palchetti tra il pubblico, mette alla prova la sua presenza scenica.

Che si tratti di una recita scolastica, di un saggio di danza o di musica, di teatro amatoriale o professionista, tutti abbiamo calcato quella scena almeno una volta, ci siamo persi nei meandri dei camerini, abbiamo scoperto le finestre nascoste che si affacciano – altissime! – su pozzo Pajaro, abbiamo aspettato con ansia il nostro turno dietro il sipario, ci siamo vergognati o emozionati.
Mi piace l’idea di un teatro che abbia accolto sulla scena – in un’occasione come un’altra – ognuno degli abitanti della città che lo ospita. Ma il Fedele Fenaroli non è l’unico teatro della città. Dobbiamo nominare anche il teatro La Pecora Nera, teatro all’aperto suggestivo per il suo palcoscenico perso in un uliveto, e Le Caltapìe, il centro creativo delle arti, entrambi nella contrada di Santa Liberata.

Itinerario Lanciano

Lu ciuffil de ‘Nzine

I Lancianesi migranti, persi nella periferia del mondo o nel cuore pulsante di una metropoli lontanissima, o ancora i combattenti frentani in Africa durante la Seconda Guerra Mondiale, non temevano la solitudine.

A loro bastava fischiare un motivetto in una piazza, in mezzo alla folla o ad un battaglione, perché i loro concittadini, rispondendo al motivo, rivelassero la loro origine comune e potessero ritrovarsi.

Il pentagramma del fischio, conosciuto come “lu ciuffil de ‘Nzine” e noto a tutti i lancianesi, è riportato su una targa affissa in piazza Garibaldi, conosciuta dagli abitanti come la piazza del Mercato Coperto.
Da lancianese che vive all’estero e che condivide l’esperienza dell’espatrio insieme a tanti altri frentani, il ciuffilo è un luogo – fisico e simbolico – importante.

“Lu ciuffile de ‘Nzine d’ovunque riecheggia nel mondo”, recita la targa di marmo. I lancianesi sono noti nel mondo intero anche per la loro sottilissima modestia.

Le librerie indipendenti

Che gioia poter dire che nella propria piccola città, che conta ad oggi meno di 35.000 abitanti, vivono in centro ben cinque librerie indipendenti, una delle quali aperta e attiva dal 1915.
Tra le mie preferite per questo itinerario, ci sono la libreria MU, aperta ad adulti e bambini, uno spazio sognato da Stefano, e che celebra con creatività ogni segno lasciato dall’uomo sulla carta;
la libreria D’Ovidio, la più antica della città, dove la gentilezza e l’attenzione al territorio regnano da più di un secolo;
infine, Musica e Libri, un luogo romantico ed eclettico, creato da Pierpaolo e dalla sua passione per la musica, il cinema, i libri. Un posto nel quale troverete gli oggetti, i libri e i vinili che avete sempre desiderato, ma che non sapevate nemmeno di star cercando.
Tre luoghi diversi tra di loro, ognuno ricchissimo a modo suo.

Itinerario Lanciano
©Venusia

La chiesa di Santa Croce e La leggenda del Frija Crist 

Nell’introduzione all’itinerario della Pasqua in Abruzzo, avevamo parlato dello stretto legame che esiste in Abruzzo tra religiosità e quotidianità. È un aspetto della vita nella regione che trovo interessante e rivelatore.
La piccola chiesa di Santa Croce, in via dei Frentani (un po’ più su del teatro, per intenderci) nel quartiere di Lancianovecchia, è oggetto di una delle storie popolari più profane e dissacranti della città, la leggenda di Ricciarella e del modo in cui uccise Dio, condannando i lancianesi al turpe soprannome di “Frija Crist”.
In questo itinerario non vi rivelerò né i personaggi né la trama della leggenda, lasciando a voi il gusto di scoprirla, passeggiando tra i vicoli del quartiere più antico di Lanciano.

Se capitate a Lanciano a fine agosto/settembre, non perdete i numerosi eventi del Settembre Lancianese

Potete leggere anche l’itinerario Lancianese di Venusia o quello di Chiara

Francesca 
Lanciano, Agosto 2019
Foto ©come da didascalia, le altre sono di Francesca